Piero Ciampi - Biografia

Piero Ciampi nacque al numero 12 di via Pelletier nel quartiere Pontino di Livorno. Un quartiere popolare abitato da sempre da portuali e piccoli commercianti. E commerciante (di pelli) era anche il padre di Piero, che nacque dal secondo matrimonio. Durante la guerra, a seguito dei furiosi bombardamenti che fecero migliaia di vittime tra i livornesi, la famiglia Ciampi sfollò nelle campagne pisane per tornare a Livorno solo diversi anni dopo la fine del conflitto quando la zona fu definitivamente bonificata. Terminate le scuole superiori si iscrisse alla facoltà di ingegneria dell'Università di Pisa ma la abbandonò dopo aver sostenuto circa metà degli esami. Tornato a Livorno mise su, con i fratelli Roberto e Paolo, un trio in cui lui era il cantante. Per vivere però lavorava in una ditta di oli lubrificanti del porto fino a quando non partì militare.

Il periodo del CAR lo svolse a Pesaro dove passava le serate in libera uscita suonando nei locali della zona insieme a tre commilitoni tra cui Gianfranco Reverberi. Già durante questo periodo si ricordano le sue grandi bevute, il suo carattere che lo porta a cercare la rissa. Ma era anche un uomo e poeta affascinante che poteva suscitare solo sentimenti estremi: odio o amore. E di lui si innamora anche la figlia del comandante a cui Ciampi scrive lettere ogni giorno: secondo Reverberi, "neanche Cyrano de Bergerac avrebbe saputo fare di meglio".
Tornato a Livorno suona il contrabbasso (strumento imparato a suonare da autodidatta) in piccoli complessini della zona. Ma l'inquietudine e l'insoddisfazione crescevano e così nel 1957, senza una lira in tasca, passò da Genova, dove incontrò Reverberi e dove nacque l'amicizia con il pittore Federico Sirigu, per poi andare a Parigi. Qui si arrangiava cantando per poche lire le sue poesie, magari scritte poche ore prima in una birreria. Spesso non aveva neppure i soldi per mangiare ma si fece conoscere in alcuni ambienti parigini dove lo chiamavano "l'italianó"; qui conobbe Louis-Ferdinand Céline e divenne estimatore di Georges Brassens.
Nel 1959 tornò a Livorno dove passava le giornate ubriacandosi e progettando il futuro. Reverberi, che nel frattempo era entrato nell'ambiente musicale, lo raggiunse e lo convinse a trasferirsi a Milano dove lavorava, insieme con Franco Crepax, alla Ricordi. Nel 1961 Ciampi pubblica, per la Bluebell di Antonio Casetta, il suo primo disco. Il nome che compare in copertina è quello di Piero Litaliano (riprendendo quindi, senza l'apostrofo e senza l'accento, il suo nomignolo parigino).
Crepax passa alla CGD e Ciampi lo segue. Per questa etichetta inciderà altri singoli e, nel 1963 il suo primo album: Piero Litaliano (ristampato in cd nel 1990 con lo stesso titolo ma con il vero nome del cantante). L'album però non ha successo né di pubblico né di critica (se si eccettua il giudizio di Natalia Aspesi che scrisse "nei suoi versi ci si trova qualcosa di abbastanza poetico per riuscire incomprensibile all'amatore abituale di canzonette").
Non fu un periodo felice per il cantautore. Tornò dapprima a Livorno e poi fu a Roma con Gaetano Pulvirenti (uno dei fondatori della Karim) che gli affidò la direzione artistica di una piccola etichetta discografica, la Ariel (nata alla fine degli anni '50). In questo periodo Ciampi si dedica a composizioni più orecchiabili e firma canzoni per altri interpreti; tra queste "Lungo treno del sud" nel 1962 per Tony Del Monaco, "Nessuno mai mi ha mandato dei fior" nello stesso anno per Katyna Ranieri, "Nato in settembre" e "Ballata per un amore perduto" nel 1963 entrambe per Georgia Moll, "Autunno a Milano" nel 1964 per la celebre Milly e soprattutto "Ho bisogno di vederti" che, cantata da Gigliola Cinquetti, arrivò quarta al Festival di Sanremo del 1965.
Questa canzone fu poi ripresa, nello stesso anno, anche da Connie Francis, Wilma Goich, e Memo Remigi; la incise poi anche lui, ma senza successo, così come non ebbe successo la Ariel che chiuse poco dopo.

Nel 1967 esce per la casa discografica Sibilla "Lucia Rango Show", un album della cantante Lucia Rango che contiene alcune canzoni nuove scritte da Ciampi su musiche di Elvio Monti. Esiste anche un'incisione, inedita, del 1967, cantata a due voci da Piero Ciampi e Lucia Rango.
Se la vita professionale si rivela difficile, non diversa è quella personale e affettiva. Tutti gli anni sessanta sono anni di vagabondaggi: Svezia, Spagna, Inghilterra, Irlanda, forse addirittura Giappone. Scappa senza dire niente a nessuno. Così come scappano le sue donne: Moira, irlandese, che dopo meno di un anno di matrimonio va via con Stefano, il loro figlio nato nel 1963; poi Gabriella nei primi anni '70 gli dà una figlia, Mira, che gli negherà di vedere.
Incontra, quasi per caso, sul finire degli anni '60, Gianni Marchetti con il quale nascerà un sodalizio amicale e professionale molto forte e, artisticamente parlando, di assoluto valore e di grande intensità. Marchetti lo farà mettere sotto contratto prima con la CAM e poi con la RCA, in piena complicità con l'allora direttore generale Ennio Melis. È in questo suo "secondo periodo" artistico e vitale e più prettamente romano, che con le sue canzoni, diviene il Piero Ciampi di cui poi tutti, trent'anni dopo, ricorderanno la statura di poeta e chansonnier. Questi sono anche gli anni in cui diverse sue canzoni saranno incise da altri. "Bambino mio" fu cantata da Carmen Villani a Canzonissima.

Da segnalare, poi, la collaborazione con Dalida, che, in occasione di una celebre puntata di "Senza Rete", interpretò (per poi inciderla nel 1975), il brano "La colpa è tua" (orchestrazione di Gianni Marchetti). Il testo, in realtà, è la ri-elaborazione, realizzata dallo stesso Ciampi, di un altro suo brano particolarmente significativo, "Cara": un brano carico di una sottile inquietudine esistenziale, sottolineata dall'interpretazione di Dalida.
Lo stesso anno Nicola Di Bari rifiutò "Io e te, Maria", che comunque incise l'anno dopo. Ed è proprio nel 1974 che la carriera di Ciampi potrebbe avere l'ennesima svolta: Ornella Vanoni contattò Gianni Marchetti perché avrebbe voluto incidere un intero album con le canzoni di Ciampi, ma questi era introvabile e quando ricomparve ormai il progetto era stato realizzato da Nada, compaesana di Ciampi, con l'album "Ho scoperto che esisto anch'io". Del 1976 è la sua storica apparizione al Club Tenco: la serata viene registrata ed anni dopo pubblicata anche su CD.
Tra la fine del 1976 e gli inizi del 1977 Ciampi prova ad esibirsi in concerto con alcuni amici conosciuti alla RCA: sono Paolo Conte, Nada e Renzo Zenobi, ma le serate non riscuotono molto successo; viene anche registrata una trasmissione televisiva, che però la Rai non trasmetterà mai. In compenso, in questi stessi anni, anzi sin dalla prima metà del decennio, in pratica non c'à trasmissione musicale di Radio Capodistria - emittente jugoslava all'epoca molto seguita in Italia centro-settentrionale - che non mandi in onda un suo brano.
Morà a Roma il 19 gennaio 1980 per un cancro alla gola, assistito dall'amico Gianni Marchetti e dal suo medico, anche lui cantautore: Mimmo Locasciulli (che per ricordare l'amico incise, anni dopo, una delle canzoni di Ciampi: "Tu no").