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  Canto e ricanto e lu mi' amor nun zente

  

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Canto e ricanto e lu mi amor nun zente - L'altra Spoleto

"Canto e ricanto e lu mi' amor nun zente "
di L'Altra Spoleto
Ascolta degli estratti

1) Canto e ricanto e lu mi' amor nun zente (Mp3)
2) Sardarellu (Mp3)
  3) E lu mi’ amore
4) Sant’Antolin de legnu (Mp3)
  5) Il primo giorno del Calendimaggio
  6) Stornelli spoletini
7) Arrizzete compà (Mp3)
  8) Cannajola
9) O montagnola (Mp3)
10) Stornelli a contrasto (Mp3)
  11) O giuvinetta
  12) Rinello
  13) Cecilia
  14) Rosetta
  15) ‘Na notte pe’ Milano
16) Infame Turchia (Mp3)
  17) Le olivare
18) Signor padrone (Mp3)

Note

"Nel 1975, grazie all’iniziativa ed al lavoro di ricerca di quattro giovani spoletini appassionati di musica popolare, viene pubblicato dalla Fonit-Cetra, un disco che raccoglie 18 canti appartenenti alla memoria musicale della terra spoletina.
Alcune di queste canzoni, per chi all’epoca come me aveva meno di vent’anni, erano la conferma che frammenti di arie popolari scherzosamente citate quasi a mo’ di sfottò nei giorni di scuola, avevano invece un loro fondamento, una matrice ed una conformazione certa, che tramandata era finalmente “codificata”… fotografata… impressionata.
In anni in cui il Duo di Piadena con “L’uva fogarina” partecipava agli show televisivi del sabato sera ed il “liscio” di Casadei entrava in Hit Parade, quasi mi amareggiava il pensiero che non vi fosse anche qui, nello spoletino, a Spoleto, la Spoleto del grande Festival dei Due mondi e patria della lirica (vedi Stagione Lirica Sperimentale), una tradizione musicale culturalmente più legata alla nostra terra.
Per fortuna, all’improvviso, come da un cilindro magico, uscì invece questo disco che in qualche modo colmò una lacuna che non era poi neanche tanto piccola. E per noi appassionati comunque di musica e che, anche a scuola, avevamo letto le poesie di Fernando Leonardi, che sapevamo di ricerche universitarie e libri certamente validi ed interessanti sul folklore musicale umbro (ma abbastanza noiosi, scritti più per addetti di alto livello che per la gente comune), il disco de “L’altra Spoleto” fu uno squarcio nel cielo… un autentico spartiacque.
Da quel momento, canzoni come “Arrizzete compà” o “Sant’antolin de legnu” erano, non più solo per la vecchia generazione prevalentemente contadina del luogo, ma per tutti gli spoletini, canzoni “vere”, la cui esistenza era ormai “certificata”, palpabile, registrata, incisa e pubblicata e quindi oramai ufficializzata.
Mai più nessuno, con lo stesso tipo di qualità e di enfasi, ebbe la possibilità di “rinnovare” e diciamo di continuare, almeno per quanto riguarda il territorio di Spoleto, una ricerca ed un riportare in superficie di una tradizione che sicuramente non è mai stata estremamente ricca (per mere ragioni socio-culturali e per aspetti sociologici non secondari).
Se c’è infatti ancora oggi, così lontani da quel 1975, una testimonianza della musica tradizionale di Spoleto, questa si può trovarla solo in questo disco de “L’altra Spoleto” intitolato “Canto e ricanto e lu mi’ amor nun zente”.
Quel disco usci, come tutti i dischi dell’epoca, in vinile. La tecnologia in questi trascorsi 37 anni ha modificato non poco le modalità di ascolto e di fruizione della musica e, gli stessi impianti Hi-Fi o gli stessi giradischi che nel 1975 ci consentivano di poter ascoltare quei dischi, oggi sono praticamente superati ed inesistenti. Però non si poteva lasciar “superare” una così memorabile testimonianza storica e culturale, ed ecco che per iniziativa di Heristal Entertainment e grazie ad uno specifico accordo con Warner Music che, questo disco, viene appositamente “recuperato” (digitalizzato), per essere pubblicato per la prima volta in CD e consentire così, a quelli che allora lo apprezzarono e lo conobbero, di ritrovarlo ancora oggi ma, soprattutto, di consentire alle generazioni più giovani di poterlo conoscere a loro volta e… “portarlo ancora avanti” per gli anni che verranno.
Ecco perché viene ripubblicato questo disco e tecnologicamente attualizzato, perché “Canto e ricanto e lu mi’ amor nun zente” de “L’altra Spoleto” è senza dubbio l’unica, vera e autentica testimonianza trasferita su supporto meccanico, della storica tradizione musicale di Spoleto e dello spoletino e che come tale non può e non deve essere dispersa.
A futura memoria di una delle nostre più belle tradizioni perchè ricchezza del nostro bagaglio culturale.

Pietro Paluello

Leggi la relazione del Prof. Tullio Seppilli

 

 


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